Orienta il tuo futuro

Convegno_orientamento_2014_webAretè s.r.l. rivolge la sua professionalità ed attenzione verso i momenti “critici”, di cambiamento, in cui è necessario trasformare linguaggi e competenze in maniera più funzionale ai nuovi contesti, recuperare la consapevolezza delle proprie risorse ed il senso delle esperienze vissute orientando così le proprie scelte.  In questa ottica Aretè S.r.l. parteciperà al Convegno “[email protected] IL TUO FUTURO” presso l’Aula Magna “Giovanni Falcone” dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore “E. Battaglini” Venosa (PZ)


In Italia sono circa 700mila i giovani di età compresa fra i 10 e i 16 anni che rischiano di lasciare la scuola prima ancora di conseguire il diploma. Lo afferma il primo dossier sull’abbandono scolastico presentato qualche mese fa presso il Senato della Repubblica. Fra le cause scatenanti di questo fenomeno in crescita non vi sono soltanto fattori sociali. Oggi, infatti, molti ragazzi abbandonano la scuola perché demotivati da una didattica che li rende fruitori passivi e che non li orienta a capire e assecondare la proprie inclinazioni anche attraverso la scelta giusta del percorso scolastico. L’orientamento, dunque, diventa fondamentale. Lo ha compreso l’I.I.S.S. “E. Battaglini” di Venosa (centro del potentino, terra natia del poeta latino Orazio) che ha organizzato il convegno [email protected] il tuo futuro. L’adolescenza e l’importante scelta della scuola superiore” rivolto a ragazzi, genitori e docenti. Fra i relatori, accanto al Dirigente Scolastico del “Battaglini” (il prof. Claudio Martino) e alla Preside dell’Istituto Comprensivo Venosa II (la prof.ssa Lilia Allamprese),  due formatrici dell’Agenzia di Formazione foggiana “Aretè s.r.l.” che nell’istituto lucano hanno anche realizzato un corso sui BES (Bisogni Educativi Speciali).

“L’orientamento in uscita dalla scuole secondaria di I grado – ha sottolineato Monia Mirmina, orientatrice professionale accreditata ASNOR e formatrice di Aretè s.r.l. – è pubblicofondamentale per la costruzione di un progetto formativo-professionale e personale degli adolescenti. Una scelta affrettata, non ponderata, che non tiene conto delle inclinazioni e dei desideri dei ragazzi, è una scelta votata al fallimento con la conseguenza dell’abbandono scolastico e della dispersione”. Ma la scuola cosa può fare? “Nel delicato passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori – ha evidenziato Mirmina – la scuola deve accompagnare il ragazzo nell’esplorazione del sé e nella definizione di un percorso di studi e di vita, attraverso un’azione mirata di orientamento. La famiglia deve incessantemente dialogare con la scuola per conoscere le motivazioni alla base della scelta del percorso scolastico del proprio figlio e per segnalare eventuali difficoltà che il ragazzo incontrerà così da consentire agli insegnati di intervenire per ridurre il disagio e consentirgli di completare con interesse il percorso scolastico scelto”.

“L’adolescente – le ha fatto eco Mariangela Bia, psicologa del lavoro e formatrice di Aretè s.r.l. – attraversa un periodo di grandi cambiamenti psicosociali quali il distacco dei genitori, la ricerca della propria identità, le relazioni con i coetanei, ed ha un forte desiderio di esprimere se stesso. Quindi l’apprendimento diventa una sorta di metafora di questa “sfida” evolutiva: infatti se il successo scolastico implica senso di potere, sicurezza e crescita, l’insuccesso o la paura di non farcela implicano senso di inadeguatezza, paura, incapacità di controllare gli eventi, caos. Così l’adolescente può pensare di difendersi dall’insuccesso  attraverso la fuga dalla scuola, dai compiti e dalle interrogazioni, o l’aggressione verso chi può svelare le proprie fragilità”. “Il rapporto adolescenti-scuola – ha concluso – deve essere un gioco di squadra fatto di motivazione allo studio e di costruzione di una relazione docente allievo che comprenda sia l’aspetto della didattica sia quello affettivo-umano”.

Anche se le scuole lucane si stanno organizzando per puntare sull’orientamento, l’argomento resta comunque di difficile approccio, soprattutto per i destinatari. “Ci sono ancora troppi luoghi comuni legati alle tipologie di scuole – ha dichiarato il prof. Claudio Martino, Dirigente Scolastico dell’Istituto “Battaglini” – che rendono spesso superficiale l’orientamento. Provengono da un retaggio culturale che è faticoso adeguare ai tempi ormai cambiati. Tuttavia sono fiducioso nella riuscita di questa che diventerà una buona prassi della nostra scuola perché mette al primo posto il futuro e il benessere dei ragazzi ed è portata avanti con competenza”. “Bisogna puntare sull’informazione dei genitori – ha aggiunto la prof.ssa Lilia Allamprese, Dirigente Scolastico di “Venosa II” – perché svolgono un ruolo fondamentale nell’orientamento dei figli, influenzano le loro scelte. L’orientamento, inoltre, deve essere continuativo e coinvolgere anche gli studenti in uscita dalle scuole superiori: non va dimenticato, infatti, che c’è un’alta percentuale di dispersione anche nel passaggio all’università, proprio per l’incapacità di guidare i ragazzi assecondando le inclinazioni”.

 

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